venerdì 3 febbraio 2012

in reparto

Nelle camere d'ospedale di creano rapporti incredibili, ci si confida, si racconta, si parla molto della malattia e del dolore ma anche tanto del resto, perchè è del resto che si vive. Si fanno incontri che dimostrano il valore dell'umanità semplice.

Il nonno racconta, accarezzando la sua vetusta mamma ormai persa nel nulla, le sue prodezze con gli amatissimi nipoti, dei sabati e delle domeniche che trascorrono insieme, nella sua casa orgogliosamente grande e disponibile ad accoglierli tutti. 
Narra della passione del nipotino più piccolo per il trattore. 
E' costretto a portarlo in giro per i campi anche con il maltempo armato d'ombrello. 
Il piccolo pestifero mi dice: Dai nonno è tutto occhei! 
E se mi vedono così conciato pensino pure che sono pazzo ma 
non posso fare a meno di farlo divertire.

La nuora, veramente unica, accarezza nel letto di fronte la suocera quasi centenaria, è tutta una piaga, ormai riesce solo a pregare, l'intimità delle due donne è infinitamente tenera e dolce. Questa nuora ha una passione che lei stessa definisce interiore e viscerale per la pittura ed il restauro, con orgoglio mostra a tutti le foto dei suoi manufatti, a dire il vero pregevoli per la precisione e la cura dei particolari. 
Non ha fatto nessuna scuola 
" A quel tempo non c'erano i soldi per la scuola d'arte ed allora, dopo le medie, mi hanno messa in una bottega dove ho imparato la tecnica, il resto è tutta arte mia!" 
Trova il tempo per salutare nella stanza vicina altre conoscenti di cui sa problemi e passato.Non un pettegolezzo, solo partecipazione e rispetto! 
Un importante insegnamento di dignità . 

Si incontrano in sala d'attesa altre persone e si parla dei vecchi e dei giovani, del lavoro che manca, del lavoro che cambia, di fatture, di nero, di muratori e di idraulici.
 " Quelli sì che hanno fatto i soldi, si sono costruiti una gran bella casa! Ma ora non è più tempo di nero, devono fare la fattura anche loro perchè tutti devono pagare le tasse! 
( e chi l'avrebbe mai detto di sentire discorsi così ????) 

Fuori fa freddo, tira la bora, ma la preziosa lezione che ho imparato oggi mi ha fatto sentire il calore della condivisione senza orpelli nè pregiudizi. 

Dimenticavo se divento vecchia e ridotta come quelle vecchine (amorevolmente assistite da nuore e figli) vi prego passate a spararmi un colpo sarà un atto di giustizia!  


7 commenti:

  1. E' l'1,53, lo so che è tardi ma stasera sonno pari a zero. Sarà la stanchezza ^_^ Se il post è sgrammaticato, scorretto, ortograficamente da penna rossa scusatemi tanto! E' un brutto momento e avevo bisogno di condividere le belle cose che mi hanno aiutato in questi ultimi giorni.

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  2. Mi dispiace che sia un brutto momento Margherita. Hai ragione, in ospedale capita di incontrare persone davvero belle, è capitato anche a me.

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  3. Si crea una comunità, e fortunatamente si sviluppa una solidareità che spesso non si riscontra in situazioni più "normali".
    Mi dispiace per te se è un brutto periodo.

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  4. Riesci a vedere il lato umano, quindi quello più bello, di situazioni forti e difficili. E insegni che nel dolore, c'è anche amore e tenerezza.
    (Ho amato molto mia suocera, e l'avrei accarezzata così, come fosse mia madre, se non mi avesse lasciato anche lei.)

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  5. è vero, ricordo quando mia mamma fu ricoverata per lungo tempo in ospedale, si creò un legame tra le signore ricoverate dei parenti, ci sentivamo un pò quasi tutti parenti

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  6. La sofferenza avvicina e ci rende ancora umani...ti abbraccio!

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  7. Margherita nessuno fa caso all'ortografia e al lessico quando uno scritto è così fortemente sentito : credo che la tua sia un'esperienza che bene o male abbiamo vissuto tutti...non c'è nulla come il dolore che faccia sentire accomunata la gente.
    Un caro saluto

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